Statua di Giotto

L´idea di innalzare un momunento a Giotto, nella piazza principale di Vicchio, era venuta al celebre e ormai anziano poeta Giosuè Carducci, ospite di una illustre famiglia vicchiese, nell´ottobre 1891. Furono istituiti 2 appositi organismi, di cui uno presieduto dal Carducci stesso, che rivolse a tutti un "proclama" cui risposero in moltissimi, tra cui nomi illustri. Alle 1000 lire versate inizialmente dal sottocomitato vicchiese, molte altre si aggiunsero a rendere l´opera fattibile, così che il 16 luglio del 1897 fu commesso allo scultore Italo Vagnetti l´incarico di eseguire una statua di bronzo di Giotto. In merito all'affidamento della realizzazione della statua, a cui risposero in diversi concorrenti, pubblichiamo un articolo dello studioso Adriano Gasparrini, dal titolo "E su Giotto, Vagnetti l'ebbe vinta...." (Il Filo 10.03.2020).  Alla statua del grande maestro, alta m. 3,20, Vagnetti ebbe premura di dare un atteggiamento che riunisse le sue qualità di pittore e di architetto. Piegò la testa verso destra poichè guardasse là dove si entrava nella piazza centrale di Vicchio, venendo da Firenze, dalla parte di Borgo San Lorenzo (l´attuale Andrellina).Ora purtroppo, a causa delle variazioni dell´assetto urbanistico e viario, a chi arriva a Vicchio, la statua volge le spalle. La fusione della statua avvenne nella fonderia Galli di Firenze, per la base fu impiegata la pietra forte delle cave di Monteripaldi.

La prima pietra fu posta con solenne cerimonia la mattina del 24 giugno 1901, festa di San Giovanni Battista, patrono di Vicchio: il monumento fu, invece inaugurato l´8 Settembre 1901, con una solenne cerimonia durata fino al 15 Settembre.

 

Pieve di San Giovanni Battista

Piazza Giotto 

Fino alla metà del ‘400 era in funzione a Vicchio un semplice oratorio, divenuto poi chiesa sottoposta al plebato di San Cassiano in Padule e dedicata a San Giovanni Battista. Era officiata da un curato nominato dai soli residenti all’interno del castello con l’approvazione della magistratura fiorentina.
Le sue dimensioni erano modeste tanto che, in occasione delle festività e quando la stagione lo permetteva, le prediche avvenivano nella pubblica piazza.
Nel 1702 venne costruito il nuovo campanile, un tempo ubicato sul retro della chiesa e dotato di una campana fusa nel 1519. A questo periodo risale probabilmente un primo ampliamento della tribuna sul lato orientale.
Nel 1773 il popolo di S. Giusto a Montesassi fu annesso alla parrocchia di Vicchio, che ottenne il titolo di pieve solo nel 1785 con la soppressione di S. Stefano a Botena e il trasferimento nel castello del pievano Angiolo Vivoli.
Accanto alla chiesa era sorto nel 1607 l’oratorio della Compagnia della Ss. Annunziata, proprietaria di un soprastante casamento dove trovò sede, nel corso del Settecento, la prima scuola pubblica della podesteria. Dopo la soppressione delle Compagnie religiose, decretata dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785, i beni dell’oratorio passarono in mano alla diocesi fiorentina. Con le offerte dei fedeli raccolte dal pievano Domenico Corsini, nel 1823 fu posta la prima pietra per l’erezione di una chiesa più ampia che, inglobando i due edifici sacri, assunse l’attuale disposizione, abbastanza inconsueta, dato che l’altare maggiore non fronteggia l’entrata. Per ulteriori informazioni cliccare qui.

 

Oratorio della Misericordia 

Corso del Popolo 

La mattina del 3 ottobre 1798 una decina di persone provenienti da Vicchio fu ricevuta dal pontefice Pio VI che soggiornava nella Certosa di Firenze in seguito all’occupazione di Roma da parte di Napoleone (morì prigioniero in Francia l’anno successivo). I devoti fedeli mostrarono al papa la statua del Gesù Morto che l’artista Clemente Susini, valente modellatore nell’Officina ceroplastica istituita a Firenze dal granduca Pietro Leopoldo, aveva appena finito di realizzare e ricevettero la desiderata benedizione apostolica. L’apprezzamento papale fu più che generoso, dato che elargì notevoli indulgenze non solo a beneficio dei fratelli e delle sorelle iscritti alla locale Confraternita ma anche a chiunque avesse contribuito all’erezione di un nuovo oratorio o che avesse pregato di fronte a questo venerando simulacro.
Il 3 giugno 1798 era stata infatti costituita a Vicchio la Confraternita del Santissimo Sacramento e di Gesù Morto, che nella prima adunanza aveva deciso di affidare la riproduzione del corpo martoriato del Salvatore al Susini, già famoso in tutta Europa per aver eseguito modelli ostetrici e anatomici per il futuro Museo della Specola e per l’imperatore d’Austria Giuseppe II. La commissione fu portata a termine celermente grazie agli amichevoli rapporti dell’artista con il confratello Giuseppe Giovannini, medico chirurgo nell’Ospedale di Santa Maria Nuova.
La sacra effigie, impressionante per il realismo dell’anatomia e la crudezza delle ferite, fu trasportata a Vicchio in processione solenne e depositata provvisoriamente nella cappella della soppressa Compagnia della Santissima Annunziata. Per ulteriori informazioni cliccare qui.

 

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