Chiesa di S. Giovanni Battista

Pieve di San Giovanni Battista, risale al 1447 circa e all'epoca, in questa zona, c'era solo un oratorio. Prima del 1220 esisteva la Pieve di Santo Stefano a Botena nella località Ginestra, vicino alla Sieve. Da questa ebbe origine la pieve di Vicchio che, in un primo tempo, fu alle dipendenze della chiesa di San Cassiano in Padule e poi divenne pieve di San Giovanni Battista. Nel XVI secolo fu trasformata, poi ampliata, ebbe forma di croce greca con piccola cupola centrale, tre navate e un campanile quadrato. Nel 1909 Galileo Chini la decorò all'interno, poi fu quasi distrutta dal terremoto del 1919 e in seguito fu restaurata ed ampliata. La sua facciata ha uno stile toscano ed è abbellita da un portico rinascimentale.

"E' posta questa chiesa in faccia ad una piazza, che è quasi nel mezzo del Castello di Vicchio.... Il curato di questo luogo si elegge dalla comunità, coll'approvazione del Magistrato de' Signori Nove, e presentemente vi è Curato il M.R.Sig.Gio.Francesco Fabbrini di questo medesimo Castello. Allato della detta chiesa vi è la Compagnia sotto il titolo della Santissima Annunziata." Dal libro "Descrizione della Provincia del Mugello / opera di Giuseppe Maria Brocchi nella stamperia D'Anton Maria Albizzini, 1748" - gentilmente fornita parte dal Sig. Cateni Pietro, proprietà Cateni)

 

 

La chiesa ha subito diverse ricostruzioni, di cui l´ultima nel 1830, a seguito di un ennesimo terremoto.
E´ a croce latina, preceduta da un porticato rinascimentale.

Appena entrati, sulla parete che sovrasta il confessionale che si trova a destra, sono affiorati resti di un dipinto raffigurante S. Giovanni Battista, opera di Galileo Chini che nel 1909 aveva decorato tutta la chiesa. Di fronte all’ingresso, e cioè sulla parete di destra, si trova un altare ad urna in marmo sbalzato dietro al quale troneggia, in una cornice baroccheggiante di nuvole d’argento e angioletti d’oro, una piccola immagine della Madonna delle Grazie (XVI - XVII sec.) particolarmente cara alla devozione popolare. Nelle due cappelle laterali, su quanto resta dei primitivi altari adornati da stemmi nobiliari, si possono ammirare varie opere diverse per importanza e datazione.  A destra una Madonna col Bambino e i Santi Sebastiano e Giovanni Battista attribuita a Fra’ Bartolomeo dalla Porta o a Michele Bigordi (figlio di Ridolfo del Ghirlandaio) è affiancata da due tele più piccole raffiguranti una Madonna col Bambino proveniente dalla chiesa di S. Maria a Rostolena e un “Ecce Homo” della scuola di Guido Reni.  A sinistra una Madonna del Rosario del XVI sec. di Alessandro Fei, detto del Barbiere (allievo del Ghirlandaio), nella cui cornice sono rappresentati i 15 misteri.  Ai lati di questo due piccole pale che ritraggono Giotto e il Beato Angelico sono opera del pittore Antonio Cifariello, allievo di Pietro Annigoni.  Della stessa scuola il Crocifisso  su tavola che si trova dietro l’altar maggiore; sulla destra  vi è  una  Deposizione,  opera del pittore vicchiese Rutilio.

In una piccola cappella laterale si trova una S. Cecilia su tavola, opera del Boccaletti, e sulla parete di fondo, una moderna composizione del pittore Armeno Mattioli, di Vicchio, rappresenta Cristo con il Battista.

 

 

 

 

 

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